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I bambini e le loro abitudini viziate

Per "abitudini viziate" si intendono tutti quei comportamenti “sbagliati” che rientrano nella quotidianità del bambino e che, facendo funzionare in maniera non corretta muscoli e articolazioni, determinano un’alterazione della forma e dello sviluppo delle arcate dentarie e delle strutture scheletriche associate.

Le "abitudini viziate" giocano, quindi, un ruolo importante nel determinismo di numerose malocclusioni: per questo eliminare precocemente le abitudini viziate può determinare il ritorno ad una occlusione normale: è quindi necessario individuarle il più precocemente possibile per evitare l'instaurarsi di danni permanenti, risolvibili solo con terapie ortodontiche complesse e di lunga durata.

A questo scopo, nel corso della visita del bambino, è opportuno che lo specialista indaghi e ricerchi i segni delle abitudini "viziate" più frequenti,quali: respirazione orale, deglutizione infantile, succhiamento del dito o del ciuccio.

La respirazione orale

si tratta di un atteggiamento necessario in caso di raffreddore e/o ostruzioni, ma di un’abitudine viziata vera e propria, se persiste anche nei casi in cui il naso è libero. La respirazione è una componente importante dello sviluppo armonico delle strutture ossee e dello sviluppo della muscolatura facciale. A volte le cause della respirazione orale possono conseguenza di patologie otorinolaringoiatriche e/o ortodontiche. Infatti, anche un palato particolarmente stretto può ostacolare la respirazione, ed il mancato esercizio muscolare può contribuire alla insorgenza di malocclusioni dentarie.

La respirazione orale è quindi in grado di determinare ripercussioni anche importanti sull'armonico sviluppo dello scheletro maxillo-facciale, di conseguenza è importante formulare una diagnosi precoce, un eventuale esame otorinolaringoiatrico, ed eliminarne le cause. Qualora, eliminati gli ostacoli locali, la respirazione orale dovesse persistere, si può ricorrere alla rieducazione funzionale tramite interventi logopedici o espandere il canale respiratorio nasale tramite apparecchio ortodontico-ortopedico.

La deglutizione atipica (o infantile)

E' la deglutizione presente in alcuni bambini e talvolta anche negli adulti, caratterizzata dall’interposizione della lingua tra le arcate dentali.

A differenza della deglutizione normale (in cui le labbra sono chiuse), nella deglutizione atipica le labbra non si chiudono o per farlo i muscoli del viso sono coinvolti in una contrazione eccessiva e visibile, e la lingua si interpone tra i denti, che non sono a contatto. Spesso ne consegue uno scorretto sviluppo delle arcate dentarie. Questo accade per numerosi motivi, il più frequente dei quali è la presenza di una interferenza (biberon, ciuccio, suzione del dito, etc…) durante lo svezzamento.

La lingua, per gli stretti rapporti che contrae con le ossa mascellari e con la muscolatura periorale e per le numerose e complesse funzioni in cui è coinvolta, gioca un ruolo importante nell'accrescimento delle basi ossee e nello sviluppo di un corretto rapporto tra le arcate dentali. E' compito dell'odontoiara specialista in odontoiatria pediatrica e ortodonzia, e del logopedista, individuare questi segni, e programmare un intervento terapeutico mirato.

Numerose sono le terapie proposte per correggere la deglutizione infantile. Secondo alcuni la terapia ottimale è quella miofunzionale, che utilizza esercizi di fisioterapia; altri propongono l'uso di apparecchiature ortodontiche fornite di griglia palatina per riportare forzatamente la lingua in una posizione più arretrata e palatale; altri ancora associano entrambe le tecniche, utilizzando gli esercizi per stabilizzare nel tempo i risultati ottenuti con la terapia ortodontica.

ll succhiamento del ciuccio o del dito

Rappresenta un'abitudine estremamente frequente nel bambino, che si instaura molto precocemente, talvolta già in epoca prenatale (tra la 17° e la 32° settimana di vita intrauterina), e tende ad esaurirsi spontaneamente, nei primi anni di vita.

L'abitudine al succhiamento in questa e poca infantile può essere considerata come una fase fisiologica dello sviluppo neuro-motorio. L'abitudine al succhiamento del ciuccio viene spontaneamente abbandonata in epoca relativamente precoce, più problematico è il succhiamento del dito, abitudine che perdura in un numero relativamente elevato di bambini. La persistenza della suzione del pollice, secondo alcuni, è legata allo svezzamento precoce, che toglierebbe al piccolo la gioia della suzione attraverso il seno materno.

I problemi che possono derivare da un succhiamento protratto sono numerosi:

  • mancanza di contatto fra gli incisivi e, nei casi più gravi, un morso aperto, per la ridotta crescita dell'osso alveolare;

  • persistenza di deglutizione infantile (atipica);

  • Aumentata "sporgenza" degli incisivi superiori;

  • Difficoltà a chiudere le labbra a riposo;

  • problemi masticatori e fonetici;

Il momento ottimale per correggere questa parafunzione è l'età fra i 4 e i 5 anni, e possono essere utilizzate le seguenti tecniche:

  • somministrare rinforzi positivi (il bambino riceve un premio quando non succhia);

  • ridurre la gradevolezza derivante dal succhiamento (tintura amara sul dito, guantino di lana sulla mano...);

  • applicare dispositivi ortodontici in grado di impedire meccanicamente il succhiamento (griglia palatina fissata su una placca mobile o griglia fissa.

La suzione del labbro inferiore

L'abitudine nel bambino di succhiare il labbro (generalmente inferiore) consiste nel tenere ripetutamente premuto il labbro inferiore sotto i denti anteriori superiori. Questa abitudine viziata può verificarsi da sola o in combinazione con la suzione del dito o di altri oggetti. Ciò può comportare gli stessi tipi di problemi già discussi per il succhiamento del dito e per la deglutizione atipica, sebbene generalmente siano meno gravi, ma non trascurabili. A tal fine, esistono dispositivi ortodontici specifici per il singolo caso, atti a rimuovere l'abitudine viziata, riequilibrare le funzioni orali e l'attività muscolare di labbra e lingua, promuovendo un fisiologico sviluppo delle arcate e strutture associate.

L' onicofagia (mangiare unghie) e strappare pellicine (titillofagia)

L' incontrollabile “vizio” di rosicchiarsi le unghie (onicofagia) e di mordicchiare le pellicine delle unghie o cuticole (titillofagia) è molto diffuso, soprattutto nei bambini e nei giovanissimi, sebbene si tratti di un’abitudine che, talvolta, può protrarsi in età adulta.

Questo può portare all’insorgenza di infezioni in bocca e al livello delle dita, oltre che all’abrasione dello smalto, vale a dire ad un consumo (per l’attività meccanica tra i denti e l’unghia) della porzione di dente più sottile e visibile.

Il soggetto, inoltre, tende a mantenere a lungo una posizione di avanzamento mandibolare più o meno simmetrica, in maniera incontrollata. Questa cattiva pratica, se protratta nel tempo, può influire sullo sviluppo delle ossa e delle arcate dentarie del soggetto in crescita, oltre a determinare un sovraccarico dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM).

Studio Dentistico Dott.ssa Giulia Anastasi

Odontoiatra, Specialista in Ortognatodonzia

Via Adolfo Ravà N°106, Roma (zona EUR-Montagnola)

Per informazioni e appuntamenti: 373/7226363

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